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Dal Medio Oriente all’India: Le Nuove Capitali del Business


Immagine che rappresenta il ruolo centrale del medio oriente nel business

C’è un’aria nuova nei corridoi del potere economico mondiale. Mentre l’Occidente barcolla sotto il peso di incertezze politiche e mercati instabili, il baricentro si sposta a Sud-Est. Arabia Saudita, Emirati, Qatar, India e perfino il Kenya stanno diventando i nuovi protagonisti di una mappa del business completamente ridisegnata. Le dichiarazioni di Donald Trump sulla Fed, i trilioni promessi dal Golfo, le tensioni USA-Cina e le previsioni fosche del FMI non sono semplici notizie: sono segnali. E per chi fa impresa oggi, ignorarli equivale a guidare a fari spenti nel buio.


I mercati emergenti non aspettano

Parola chiave: nuove capitali del business

Trump rassicura i mercati: non licenzierà il presidente della Fed. Un gesto che, in tempi normali, sarebbe ordinaria amministrazione. Ma oggi basta una dichiarazione per smuovere l'indice del dollaro e risollevare il Nasdaq. Perché? Perché la fiducia nei mercati occidentali è fragile. Gli investitori cercano certezze e le trovano altrove.

In parallelo, mentre gli USA oscillano tra protezionismo e tensioni commerciali, Donald Trump prepara una nuova missione in Medio Oriente. Non per promuovere la pace o la cooperazione, ma per chiudere accordi da oltre 3 trilioni di dollari. L’Arabia Saudita promette 1 trilione. Gli Emirati 1,4. Il Qatar si accoda. Una pioggia di capitali che non è solo simbolica, ma strategica. È l’ennesimo segnale che le nuove capitali del business si stanno consolidando. E non sono a Washington.


Il Sud globale si muove: partnership, investimenti, visione

India e Arabia Saudita si stringono la mano. Kenya guarda a Est, rafforzando i legami con la Cina. E nel frattempo, il FMI rivede al ribasso le previsioni di crescita globale, avvertendo che una guerra commerciale totale potrebbe portarci dritti a una recessione autoindotta.

In questo scenario, i paesi del Sud globale non aspettano. Si parlano. Siglano accordi bilaterali. Si scambiano energia, infrastrutture, know-how e finanza. Non è solo una questione di petrolio o gas: è una riscrittura del ruolo strategico di interi continenti.

Persino il Kenya, che fino a ieri veniva raccontato solo in termini di debito e instabilità, ora diventa attrattivo. Il presidente Ruto, in visita ufficiale a Pechino, punta su un rilancio infrastrutturale supportato da fondi cinesi. Non è un caso: la Cina è già il primo creditore bilaterale del paese. E non intende mollare la presa.


Il declino (relativo) dell’Occidente

Il dollaro tiene. Ma è sotto osservazione. L’indipendenza della Federal Reserve è tornata un tema caldo. I mercati temono interferenze politiche. Il FMI denuncia uno stallo sugli investimenti. E nel frattempo, Bitcoin supera i 90.000 dollari, comportandosi sempre più come un asset rifugio alla stregua dell’oro.

Le imprese europee e americane, abituate a pensarsi al centro, si trovano ora a rincorrere. Perché chi si muove, lo fa veloce. La crescita nei paesi emergenti non è solo numerica, è sistemica: è supportata da visione, piani decennali, alleanze strategiche. E, soprattutto, da capitali.

Chi investe in Medio Oriente o Sud-Est Asiatico oggi non è un pioniere: è un realista.


La lezione per l’imprenditore europeo

Un imprenditore europeo che guarda solo al proprio quartiere rischia di svegliarsi in un mondo che non esiste più. Le nuove capitali del business sono in movimento e non aspettano l’adeguamento dell’Occidente.

Oggi più che mai è necessario:

  • Diversificare: Non basta più vendere in Europa. Serve un piano chiaro per l’estero.

  • Informarsi: Capire cosa succede tra Riyad e New Delhi è più utile che studiare l'ennesima variazione del PIL tedesco.

  • Agire: Chi attende che “si stabilizzi tutto” perderà il treno.


Cosa penso?

Non siamo in un momento qualsiasi. Siamo in una fase di trasferimento di potere economico silenzioso ma inesorabile. I leader globali stringono mani, promettono miliardi, ridefiniscono i giochi. Le aziende che sapranno cavalcare questo cambiamento apriranno strade. Le altre... ne subiranno le conseguenze.


O cavalchi il cambiamento, o ti ci schianti contro.

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