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Trump e il "Green Scam": Impatto della Nuova Strategia Energetica USA su Europa e Mercati.



New York, 23 settembre 2025. Palazzo di Vetro dell'ONU, mentre i leader mondiali si preparano all'Assemblea Generale, Donald Trump sceglie proprio questo palcoscenico globale per lanciare il suo attacco più diretto: "Il green è una truffa". Non una dichiarazione estemporanea, ma il culmine di una strategia energetica USA EUROPA che ha radici profonde e che Trump porta avanti con obiettivi precisi. Nelle stesse ore in cui pronuncia queste parole, il Dipartimento dell'Energia americano annuncia il ritiro di 13 miliardi di dollari dai programmi clean-tech. È una mossa geopolitica che ridefinisce gli equilibri energetici globali proprio quando l'Europa cerca disperatamente alternative alla dipendenza russa.


Per gli imprenditori europei, questa non è solo retorica elettorale americana, é il segnale di una trasformazione che cambierà i costi energetici, le dinamiche commerciali transatlantiche e le regole della transizione verde nei prossimi anni. Comprendere la strategia di Trump significa anticipare le mosse che ridisegneranno i mercati energetici da qui al 2027.


Il Fatto in Numeri: 13 Miliardi di Ragioni per Cambiare Rotta.


Il 23 settembre 2025, mentre Trump parla di "green scam" all'ONU, il Dipartimento dell'Energia americano formalizza il ritiro di 13,2 miliardi di dollari dai programmi di tecnologie pulite avviati dall'amministrazione precedente; non si tratta di una riduzione graduale: è un taglio netto che colpisce eolico offshore, solare avanzato, batterie al litio e idrogeno verde.


I numeri del pivot energetico americano sono inequivocabili. Dal gennaio 2025, l'amministrazione Trump ha approvato 47 nuove licenze di perforazione offshore, aumentato del 40% i permessi per il fracking e cancellato 23 regolamenti ambientali sui combustibili fossili. L'export di GNL americano verso l'Europa è cresciuto del 65% nei primi otto mesi del 2025, raggiungendo i 127 miliardi di metri cubi.


Il dato più significativo è nascosto nei contratti: l'Unione Europea ha già firmato accordi per 750 miliardi di dollari di acquisti energetici americani nei prossimi tre anni. Trump sa che l'Europa non può permettersi di perdere questo gas, soprattutto con l'inverno alle porte e le riserve strategiche al 68% della capacità. Il "green scam" non è ideologia: è la copertura retorica per una strategia commerciale da 750 miliardi.


Perché Ora: Il Tempismo Perfetto per Massimizzare la Pressione.


L'attacco al green arriva nel momento di massima vulnerabilità europea, Bruxelles ha appena implementato le nuove regole sulle emissioni di metano per le importazioni energetiche, con milestone operative già nel 2025 e standard definitivi dal 2027. Queste norme potrebbero teoricamente limitare l'import di GNL americano se non rispetta certi parametri ambientali.


Trump ha scelto l'ONU per mandare un messaggio chiaro: l'America non accetterà vincoli ambientali europei sui suoi export energetici. Definire il green una "truffa" nel palazzo che rappresenta il multilateralismo ambientale è una provocazione strategica, non sta parlando ai delegati ONU: sta parlando ai burocrati di Bruxelles che devono decidere come applicare le regole sul metano.


Il timing coincide perfettamente con tre scadenze cruciali: la COP30 di Belém (10-21 novembre), il negoziato di bilancio americano (scadenza 1° ottobre) e l'implementazione delle regole UE sul metano (gennaio 2026). Trump vuole arrivare a questi appuntamenti con la narrativa energetica già definita: energia affidabile e a basso costo contro ideologie verdi costose e inefficienti.


La mossa anticipa anche le pressioni che l'industria energetica americana eserciterà sull'Europa nelle prossime settimane, con l'inverno che si avvicina, ogni mese di ritardo nell'import di GNL costa all'economia europea miliardi di euro in prezzi energetici più alti.


Effetti Immediati sui Mercati: Chi Vince e Chi Perde Subito.


I mercati hanno risposto immediatamente al segnale di Trump, i titoli delle compagnie oil&gas americane hanno registrato un rally significativo nelle sedute successive al discorso ONU: ExxonMobil +4,7%, Chevron +3,8%, ConocoPhillips +5,2%. Il settore ha interpretato il "green scam" come il via libera definitivo a un nuovo ciclo espansivo.


Sul fronte opposto, i titoli delle rinnovabili hanno subito una correzione immediata. Non solo negli Stati Uniti: anche in Europa, Vestas, Ørsted e Enel Green Power hanno perso tra il 2% e il 4% nelle prime tre sedute post-discorso. I mercati anticipano un raffreddamento degli investimenti green a livello globale.


Ma è sui prezzi energetici che l'impatto si fa sentire di più. Il gas naturale europeo ha registrato un calo del 7% nelle due settimane successive al discorso di Trump, anticipando un aumento dei flussi americani senza vincoli ambientali, paradossalmente, la provocazione anti-green di Trump ha abbassato i costi energetici europei nel breve termine.


Le valute raccontano una storia simile, il dollaro si è rafforzato del 2,3% contro l'euro nelle settimane successive al discorso, riflettendo l'aspettativa di maggiori export energetici americani e di una politica fiscale più espansiva grazie ai risparmi sui programmi green.


Impatto per le Imprese Europee: Tre Orizzonti di Trasformazione.


Orizzonte Immediato (0-6 mesi): le aziende energy-intensive europee vedranno una riduzione dei costi energetici grazie all'aumento dei flussi di GNL americano senza vincoli ambientali. È il momento per rivedere i contratti energetici a medio termine, sfruttando la maggiore disponibilità di gas a prezzo competitivo.


Orizzonte Medio (6-18 mesi): si apre una fase di incertezza strategica per le aziende che hanno investito pesantemente nel green. I sussidi europei alle rinnovabili potrebbero essere ridimensionati per competere con l'energia fossile americana più economica. Le imprese dovranno ricalibrare i piani di transizione energetica considerando uno scenario di prezzi fossili strutturalmente più bassi.


Orizzonte Lungo (18+ mesi): l'accordo energetico transatlantico cambierà le catene del valore. Le aziende europee potrebbero considerare rilocalizzazioni produttive negli Stati Uniti per accedere a energia più economica, o sviluppare partnership con fornitori americani di tecnologie fossili avanzate. La dipendenza energetica europea si sposterà dalla Russia agli Stati Uniti, con implicazioni geopolitiche profonde.


Settori Strategici: Dove la Trasformazione Energetica Cambia Tutto.


Industria Chimica e Petrolchimica: l'Europa perde progressivamente competitività a causa dei costi energetici elevati. L'aumento del GNL americano economico potrebbe invertire questa tendenza, ma solo per le aziende che sapranno negoziare contratti a lungo termine vantaggiosi. BASF, Dow Chemical Europe, Total potrebbero beneficiare significativamente.


Acciaio e Metallurgia: settori energy-intensive per eccellenza, già sotto pressione per la concorrenza asiatica. Il gas americano più economico potrebbe dare nuova competitività agli stabilimenti europei, specialmente quelli che possono convertire rapidamente da carbone a gas i loro processi produttivi.


Settore Energetico e Utilities: le compagnie europee del gas vedono nell'accordo con gli USA l'opportunità di diversificare definitivamente dai fornitori russi, ma dovranno affrontare la pressione di Bruxelles per mantenere gli obiettivi green mentre importano energia fossile. Eni, TotalEnergies, Repsol navigano tra opportunità commerciali e vincoli regolamentari.


Rischi da Monitorare: Cosa Può Sabotare l'Opportunità.


Il primo rischio è la reazione ideologica europea, Bruxelles potrebbe rispondere alla provocazione di Trump inasprendo ulteriormente le regole ambientali sui combustibili fossili importati. Una guerra commerciale energetica danneggerebbe entrambe le sponde dell'Atlantico, ma l'Europa ha meno alternative e pagherebbe il prezzo più alto.


Il secondo rischio è la volatilità geopolitica, l'accordo energetico con gli USA rende l'Europa ancora più dipendente dalle scelte di Washington. Un cambio di amministrazione americana nel 2028 potrebbe ribaltare completamente questa strategia, lasciando l'Europa senza una politica energetica coerente.


Il terzo rischio è l'accelerazione cinese nelle tecnologie verdi, mentre Trump attacca il "green scam", Pechino domina già l'80% della produzione mondiale di pannelli solari e il 60% delle batterie al litio. L'Europa rischia di restare intrappolata tra energia fossile americana e tecnologie verdi cinesi, perdendo competitività in entrambi i settori.


Il quarto rischio è la frammentazione interna europea. Germania e Francia hanno visioni energetiche diverse, e l'accordo con gli USA potrebbe accentuare queste differenze. Una politica energetica europea incoerente finirebbe per aumentare i costi per tutti.


La Lente dell'Analisi Strategica: Il Mio Punto di Vista.


La provocazione di Trump sul "green scam" rivela una verità scomoda: l'Europa ha costruito la sua transizione energetica su fondamenta fragili. Anni di ideologia verde senza pragmatismo economico hanno creato dipendenze strutturali che ora Trump può sfruttare. Non è lui il problema: è la mancanza di una strategia energetica europea realistica.


Il paradosso è evidente: l'Europa che predica la sostenibilità ambientale diventa dipendente dal gas americano estratto con il fracking, una delle tecniche più impattanti dal punto di vista ambientale, ma Bruxelles non ha alternative credibili. Ha sabotato il nucleare per compiacere i movimenti ambientalisti, ha rifiutato il gas russo per seguire Washington, ha burocratizzato le rinnovabili fino a renderle antieconomiche.


Trump non sta vendendo energia: sta vendendo pragmatismo a un continente che si è perso nell'utopia verde e l'Europa compra perché sa che l'alternativa è il collasso industriale. Il "green scam" funziona come messaggio perché contiene un nucleo di verità: molte politiche ambientali europee sono state inefficienti, costose e alla fine controproducenti.


Insomma, mentre l'America riscopre il realismo energetico, l'Europa rimane intrappolata nelle sue contraddizioni; vuole essere verde ma compra gas americano, vuole l'autonomia strategica, ma dipende sempre più da Washington, vuole competere con la Cina, ma si lega le mani con regolamenti ambientali che i cinesi ignorano bellamente.


Watchlist Operativa: Cosa Seguire nelle Prossime Settimane.


COP30 di Belém (10-21 novembre): Trump potrebbe usare la conferenza per consolidare l'alleanza dei paesi "pragmatici" contro gli "ideologici" europei. Attenzione alle defezioni sudamericane dall'agenda verde.


Negoziato bilancio USA (1° ottobre): un eventuale shutdown governativo ritarderebbe l'implementazione dei tagli ai programmi green, Trump ha interesse a evitarlo per mantenere credibilità internazionale.


Implementazione regole UE metano (gennaio 2026): Bruxelles potrebbe ammorbidire i parametri per facilitare l'import di GNL americano, un cambio normativo significherebbe vittoria strategica per Trump.


Reazioni della Germania: Berlino è il mercato europeo più importante per il gas americano. La posizione tedesca determinerà l'approccio di tutta l'UE alle provocazioni di Trump.


Mosse cinesi: Pechino potrebbe accelerare gli investimenti in tecnologie verdi per sfruttare il disimpegno americano, attenzione agli accordi Cina-Europa su rinnovabili.


Conclusione: Il Pragmatismo Di Trump e La Strategia Energetica Che l'Europa Non Voleva Vedere.


Il discorso all'ONU del 23 settembre si rivela per quello che realmente è: non una provocazione ideologica, ma la manifestazione di un pragmatismo energetico che l'Europa ha rifiutato per anni. Trump non ha inventato il "green scam": ha semplicemente dato un nome a contraddizioni che Bruxelles fingeva di non vedere.


L'accordo energetico transatlantico funzionerà perché risponde a necessità concrete, non a utopie regolamentari. L'America ha energia abbondante ed economica, l'Europa ha bisogno di energia affidabile. Il resto è ideologia che non scalda le case e non alimenta le fabbriche.


Per gli imprenditori europei, il messaggio è chiaro: la transizione energetica continua, ma con prezzi e tempistiche realistiche. L'energia fossile americana economica compra tempo per sviluppare rinnovabili efficienti, non per abbandonare la sostenibilità. È pragmatismo, non rinuncia.


Mentre l'Europa impara a convivere con le sue contraddizioni, ricordiamoci che il vero game-changer energetico globale è altrove: nelle tecnologie cinesi, nell'idrogeno giapponese, nel nucleare francese di nuova generazione. Il "green scam" di Trump è una soluzione temporanea per problemi strutturali che richiedono visione strategica, non solo gas americano.


Il treno dell'energia pragmatica è finalmente arrivato in stazione, ma non dimenticate che quello dell'innovazione energetica corre già da anni, e noi siamo ancora sul binario sbagliato.

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