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Alcatraz e il potere del frame narrativo nel business globale: cosa insegna alle aziende il ritorno della prigione più famosa d’America.



Veduta panoramica di Alcatraz al tramonto, simbolo di isolamento e potere narrativo

Donald Trump ha riaperto un dibattito dimenticato da decenni, riportando al centro della scena Alcatraz. Non come meta turistica, ma come possibile struttura di detenzione per criminali pericolosi e immigrati irregolari.

L’idea, volutamente provocatoria, è già riuscita nel suo intento: cambiare il frame del discorso sull’immigrazione e dettare l’agenda.

Per chi fa impresa in contesti globali, questo episodio è una lezione strategica su come funziona il potere del racconto, e su cosa significa guidare la percezione prima ancora che la realtà.


Il ritorno di Alcatraz: provocazione o strategia narrativa?

Le parole di Trump non vanno lette come una proposta operativa. Nessuno ristrutturerà realmente Alcatraz, con i suoi costi proibitivi e la logistica impossibile. Eppure, in pochi giorni, milioni di persone, cittadini, giornalisti, politici, hanno iniziato a parlarne.

Il messaggio: “Se vieni illegalmente negli Stati Uniti, potresti finire lì.”

Non conta se sia vero. Conta che sia potente. Che attivi emozioni. Che ridefinisca il terreno della discussione.

Questa è strategia del frame narrativo. Una dinamica non solo politica, ma profondamente aziendale. Chi detta il frame, domina la percezione. Chi guida la percezione, guida il valore.


Dettare il frame è più importante che avere ragione.

Nella geopolitica come nei mercati, la realtà è ciò che viene percepito come reale.

Trump non discute i dettagli del sistema giudiziario, né propone una riforma seria dell’immigrazione. Offre invece un’immagine: un’isola fredda, isolata, sorvegliata, simbolo di punizione estrema.

È qui che il parallelo con il business diventa chiaro.

Quante aziende lottano per “avere ragione” su qualità, innovazione, prezzo… senza mai riuscire a imporsi? Perché non guidano il frame.

Chi vince non è chi ha il prodotto migliore, ma chi riesce a far percepire il proprio posizionamento come inevitabile, necessario, esclusivo.

E questa è una scelta narrativa, prima ancora che tecnica o commerciale.


Mercati ostili, comunicazione radicale.

Trump propone Alcatraz come risposta ai “peggiori criminali” e agli “irregolari recidivi”.

Dal punto di vista simbolico, lancia un messaggio: non sei il benvenuto, e non ci saranno scorciatoie.

Questa logica estrema può sembrare distante dal mondo dell’impresa. Ma ogni azienda che si confronta con mercati complessi, pensiamo al Medio Oriente, alla Cina, all’Africa o a certe aree degli Stati Uniti stessi, incontra la stessa sfida: ambienti normativi instabili, concorrenza irrazionale, diffidenza culturale.

In quei contesti, la narrazione è difesa e attacco insieme.

Non basta adattarsi: bisogna farsi percepire come inevitabili, affidabili, dominanti.

A volte serve una comunicazione radicale, forte, persino divisiva. Che non cerca il consenso universale, ma attira chi davvero conta.

È quello che fanno i brand più memorabili. È quello che ogni azienda con ambizioni internazionali dovrebbe imparare a fare.


Il valore della deterrenza simbolica nei processi decisionali.

La proposta di Trump di offrire $1.000 e un volo gratuito per l’auto-deportazione è un altro esempio di negoziazione narrativa. Non si tratta solo di soldi o biglietti aerei: si tratta di costruire un’alternativa percepita come più dignitosa di una prigione su un’isola infestata da squali. La lezione per il mondo aziendale è sottile ma potente:

  • Ogni messaggio, ogni proposta commerciale, ogni scelta di posizionamento dovrebbe sempre avere una “ombra”, un’alternativa peggiorativa che rinforzi il valore della proposta principale.

  • Ogni offerta deve includere non solo un beneficio, ma anche una conseguenza percepita del rifiuto. La deterrenza simbolica è uno strumento poco usato nel marketing strategico, eppure estremamente efficace. Trump l’ha impiegata in modo brutale. Le aziende possono farlo con eleganza, ma con pari efficacia.


Ultima riflessione.

Alcatraz non riaprirà. Ma il solo fatto che se ne parli dice molto sul mondo in cui viviamo.

Un mondo dove la realtà è sempre più un prodotto narrativo, e dove le imprese sono chiamate non solo a creare valore, ma a dirigerne la percezione.

L’espansione internazionale, oggi, non è questione solo di normative o distribuzione. È una battaglia di significati, simboli, cornici mentali.

Chi vuole esportare con successo deve imparare a dominare il frame.

Non per manipolare, ma per guidare.

E allora la domanda è: quale frame stai imponendo tu nel tuo mercato?

Perché se non sei tu a scegliere il racconto, sarà qualcun altro a scrivere la storia al posto tuo.

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