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Unicorni d’Africa e Middle East.


Prateek Suri
Lezioni silenziose da un continente e da una regione dove l’impresa ha ancora senso.

C’è un’intervista che pochi hanno guardato. Meno di mille visualizzazioni su YouTube. Ma dentro quella conversazione c’è una delle storie imprenditoriali più rilevanti e ignorate, del nostro tempo.

Il protagonista è Prateek Suri, fondatore di MDR Investments, veicolo nato nel 2023 per catalizzare grandi capitali in Africa e Middle East. Il suo percorso è tutto fuorché patinato: dagli inizi modesti in India a un container di elettronica che, per errore, finisce a Jebel Ali, fino alla costruzione di una rete distributiva continentale capace di generare oltre un miliardo di dollari di fatturato in Africa. Senza media, senza marketing, senza startup show. Solo sostanza.


Africa è magia. Ma anche i maghi possono sbagliare.” - P.Suri


Una frase apparentemente ingenua. In realtà, è la sintesi più precisa che abbia mai sentito sul rapporto tra rischio e opportunità.


Chi ha avuto la pazienza di ascoltare quell’intervista ha trovato molto più di una testimonianza imprenditoriale: ha trovato una chiave di lettura alternativa per comprendere dove, e come, si stia spostando il baricentro economico globale.

Mentre in Occidente ci si dibatte tra stagnazione e iper-regolamentazione, Africa e Middle East continuano a essere ciò che sono sempre stati: territori giovani, instabili, vasti, ricchi, indisciplinati. Territori che sfidano ogni previsione. Dove i modelli da spreadsheet non funzionano. Dove serve presenza, coraggio, capacità di adattamento. E dove, ancora, è possibile costruire.


Una crescita fuori dai radar.

MDR Investments non ha fatto notizia per le ragioni che solitamente catturano l’attenzione dell’ecosistema startup. Nessun pitch, nessun round da celebrare con champagne, nessun TED Talk.

Solo una rete logistica reale, partnership operative in loco, e soprattutto una visione chiara su cosa significhi davvero "scalare". Non una valutazione. Un fatturato. Reale.

E mentre molti vedono ancora Africa e Middle East come le ultime periferie del mondo, Prateek Suri ne parla come laboratori a cielo aperto. Terreni vergini, dove ogni chilometro di strada costruito è una linea di valore tracciata. Dove ogni progetto è una sfida politica, antropologica, culturale prima ancora che economica. E dove, proprio per questo, l’imprenditoria torna ad avere peso specifico. Visione. Conseguenze.


Africa e Middle East come metafora.

Ciò che colpisce, ascoltandolo, non è tanto il risultato, quanto l’approccio. La volontà di non controllare tutto, ma orchestrare. Di non esibirsi, ma costruire. Di non fuggire dalla complessità, ma attraversarla.

In un’epoca in cui tutti sembrano desiderare scalabilità, ma pochi tollerano l'incertezza, storie come queste ricordano che la vera espansione non è mai comoda, lineare, prevedibile. È polverosa. Faticosa. A volte fallimentare. Ma autentica.

E forse, proprio per questo, non fa notizia.

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